Non so se conosci il metodo dei “Sei cappelli per pensare” ma sono certo che anche a te sia capitato di appesantire troppo i tuoi pensieri cercando di risolvere un problema. Siamo umani e questo è del tutto normale.
Ma se ti dicessi che esiste un modo capace di farti ragionare efficacemente?
Si, non tutti lo conoscono, eppure se ben messo in pratica è davvero di aiuto. Sto parlando del metodo dei sei cappelli per pensare.
Sviluppato dallo psicologo maltese Edward de Bono, tale metodo è un efficiente strumento di comunicazione che riesce a farti affrontare le tue realtà personali sotto differenti prospettive applicando il pensiero laterale.
Il primo passo per affrontare il tuo problema è non fare confusione. Più ne fai e più non riuscirai ad essere proattivo nel trovare una soluzione. Anzi, potresti addirittura sentirti immobilizzato.
Sei cappelli per pensare, invece, ti mette nella condizione di interpretare sei ruoli differenti per analizzare al meglio il tuo problema.
Il padre di sei cappelli per pensare
Scomparso nel 2021 all’età di 88 anni, Edward de Bono è stato autore di molti libri dove ha avuto modo di esporre le sue teorie sul pensiero creativo e sui vari meccanismi della mente.
Insegnante anche in università prestigiose come Oxford, Cambridge, Londra e Harvard, de Bono è stato il fautore del concetto di pensiero laterale.
Per pensiero laterale, s’intende un modo di risoluzione dei problemi logici (problem solving) adottando un approccio alternativo, ovvero l’osservazione del problema da varie prospettive, contrario quindi alla tradizionale modalità che prevede concentrazione su una risoluzione diretta al problema.
Una soluzione diretta prevede il ricorso alla logica sequenziale, risolvendo il problema partendo dalle considerazioni che sembrano più ovvie, il pensiero laterale se ne discosta (da cui il termine laterale) e cerca punti di vista alternativi per cercare la soluzione.
Esperto di problem solving, quindi, Edward de Bono ha ideato il sistema dei sei cappelli per pensare, mettendo in primo piano le potenzialità del pensiero anche nel mondo del management e delle organizzazioni.
Di fatto, questo metodo viene spesso utilizzato nella promozione della comunicazione per gli affari. Anche se non manca chi la utilizza anche come esercizi nelle aule universitarie o in classe con i bambini.
“In generale, le uniche persone soddisfatte della propria capacità di pensiero sono quei poveri pensatori che credono che lo scopo del pensiero sia dimostrare che hanno ragione, per la loro personale soddisfazione”.
Ecco, penso che questa frase di de Bono sia la più rappresentativa della ricchezza delle sue teorie e studi.
Ma adesso andiamo avanti.
Perché tutti dovremmo imparare a pensare meglio?
E soprattutto come è possibile che si impari a pensare?
Sei cappelli per pensare: il metodo
Cosa devi fare per mettere in pratica il metodo dei sei cappelli per pensare?
Semplice, li indossi tutti e sei e inizi a pensare con metodo. Una volta che avrai messo a punto un buon allenamento, capirai che il trucco non è difficile e sarà molto utile.
In questo modo sarai in grado di superare il modo standard di pensare e ti sentirai molto più libero di agire. Lo so, potresti essere molto scettico. Ma in tutto questo c’è una spiegazione scientifica.
Nonostante sia molto complesso, in realtà il nostro cervello è molto pigro (ecco perchè ci vuole tempo per creare una nuova abitudine). Non ha un’alta propensione a cambiare e tende ad utilizzare sempre gli stessi schemi mentali. Se ci pensi, infatti, da quando veniamo al mondo ci vengono insegnate determinate credenze e a ragionare in un determinato modo.
Veniamo premiati o puniti in base alle nostre azioni sin da piccoli e, questo, ci porta ad utilizzare sempre lo stesso schema di pensiero.
Pensaci, quanto ti senti legato al tuo modo di essere e di pensare tanto da difenderlo contro tutto ciò che vuole cambiarli? Il motivo di questo aspetto è semplice: vogliamo salvaguardare la nostra identità.
La tecnica dei sei cappelli per pensare ha, quindi, un impatto positivo sul nostro cervello e riesce ad allenarlo nel pensare meglio. Con tale metodo il pensiero viene rappresentato da sei direzioni diverse e, quando viene fuori un problema, in ogni cappello è incarnato uno schema preciso.
Dopo che li avrai usati tutti in maniera proattiva allora riuscirai ad essere più lucido nel prendere una decisione.
Ora, entra in uno stato d’animo positivo e presta bene attenzione: ecco cosa rappresenta ogni cappello.
Il cappello bianco
Tra i sei cappelli da indossare, il primo è quello bianco. Questo sarà in grado di farti vedere le cose da un punto di vista obiettivo. Quando lo indossi, quindi, non esprimi nessun tipo di opinione. Allo stesso modo che con i numeri, rispondi semplicemente a domande ben precise senza esprimere considerazioni personali.
Il cappello bianco ti aiuta cercare fatti concreti.
Il cappello rosso
Questo cappello, invece, è quello che incarna le tue emozioni. Infatti, utilizzando il cappello bianco ti renderai conto di averle represse.
Con il cappello rosso puoi sentirti libero di esprimerle nel modo più sincero possibile. Basta che non dimentichi l’arte della diplomazia.
Nel metodo sei cappelli per pensare è stato scelto il rosso per le emozioni perché rappresenta il colore delle passioni. E non è possibile non considerare le emozioni perché ogni nostra scelta è influenzata sia dai nostri sentimenti che dalle nostre sensazioni.
Sono proprio le emozioni che ti spingono a raggiungere i tuoi obiettivi ed è bene che tu ascolti sempre il tuo sesto senso. Pensaci: non è forse grazie all’intuito che l’umanità è arrivata a fare le sue scoperte?
Non dimenticare mai di ascoltarle le emozioni, ma impara a tenerle separate dai fatti per non indebolire il tuo pensiero. Questo ti insegnerà anche a comprendere i bisogni degli altri.
Il cappello nero
Secondo la tecnica di sei cappelli per pensare, indossando quello nero sarai in grado di fare luce su tutte le cose che non funzionano e non potrebbero funzionare in futuro. Non sto dicendo che devi demolire una possibile soluzione.
Ma grazie a questo cappello imparerai ad essere critico e a vedere il lato negativo delle situazioni per poter essere più realistico.
Inoltre, sarai in grado anche di fare tesoro delle esperienze passate per non cadere negli stessi errori e trappole.
Il cappello giallo
Se con il cappello nero riesci ad evidenziare tutte le tue valutazioni negative, grazie al quarto dei sei cappelli per pensare, potrai concentrarti sui benefici e sui vantaggi.
Chiediti: perché un progetto può esserti d’aiuto? Perché potrebbe essere fattibile?
Insomma, con il cappello giallo puoi trovare soluzioni concrete e creative e imparerai ad applicare un pensiero logico positivo.
Il cappello verde
Con il cappello verde arriva il momento in cui puoi tirare fuori il pensiero creativo. Non a caso, il verde è il colore della fertilità.
Con questo quinto cappello per pensare puoi andare oltre ciò che è ovvio uscendo dagli schemi. Sfiderai te stesso, arriverai a formulare dei concetti totalmente nuovi e andrai a caccia di alternative.
Il cappello blu
Ed eccoci arrivati alla fine. Spero che mettendo in pratica con costanza il metodo dei sei cappelli per pensare tu riesca ad avere un pensiero molto più forte.
Il cappello blu è fondamentalmente quello che è paragonabile ad un allenatore di squadra. Tale figura, infatti, è quella che organizza il gioco per raggiungere degli obietti. Questo cappello ti guiderà in ogni passo e ti renderà più chiare tutte le strategie e le alternative da mettere in campo.
Per questo, tale cappello dovrai indossarlo due volte: una all’inizio e una alla fine. In primis per decidere quali cappelli indossare e in quale ordine e successivamente per capire quale decisione prendere.