Intelligenza emotiva: tu ce l’hai? Scoprilo qui!

Ecco spiegato che cos’è l’intelligenza emotiva e capire se anche tu ce l’hai per vivere una vita al massimo

Durante il primo bacio, quando è finito il tuo grande amore, quando hai ricevuto una scortesia gratuita, tutto è andato storto o, al contrario, esattamente secondo i tuoi piani, cos’hai provato esattamente?

Riusciresti a descrivere con dovizia di particolari tutte le emozioni che hanno attraversato la tua mente ed il tuo corpo e che ti hanno fatto sentire al massimo dell’euforia o dell’abbattimento?

Se la risposta a questa domanda è “sì” allora potresti essere fra i pochi fortunati ad essere dotati di intelligenza emotiva.

Non ne hai mai sentito parlare? Ora ti spiego di cosa si tratta.

Conoscere te stesso per interagire meglio con gli altri

Di intelligenza emotiva si è cominciato a parlare molto recentemente, negli anni ’90, ed è stato lo psicologo e giornalista Daniel Goleman a dedicarle per la prima volta un libro e un intero percorso di conoscenza collegato non solo alla persona ma anche all’ambito lavorativo: da lì, infatti, si è iniziato a parlare di leadership, di empatia organizzativa, di relazioni tra colleghi sane e tossiche.

Per D. Goleman l’intelligenza emotiva è:

“E’ la capacità di motivare sé stessi, persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo, evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare“

Quello che capita molto frequentemente, infatti, è di non riuscire ad inquadrare bene le emozioni che si provano, scambiando l’ammirazione per invidia, la rabbia per odio, la determinazione per arrivismo… e potremmo continuare ancora all’infinito.

In scenari come questi, i misunderstanding sono all’ordine del giorno e tutto ciò può inficiare incredibilmente la qualità delle ore che si passano in ufficio e persino la produttività, oltre che l’umore al ritorno a casa.

Proiettando tutto questo nei vari ambiti della tua vita, ti renderai conto immediatamente, quindi, di quanto capirsi per capire e, soprattutto, essere capiti sia fondamentale per costruire rapporti solidi e floridi; è tutto molto meno scontato di quello che potresti pensare.

Ma come fare quando la dote dell’intelligenza emotiva non è innata? È possibile acquisirla?

Fortunatamente, sì!

Come capire se hai l’intelligenza emotiva

Se sei la persona che i tuoi amici hanno come punto di riferimento nei momenti difficili, il “consigliere” del gruppo e il confidente che sa davvero ascoltare, allora sei già a metà strada: a questo punto ti starai chiedendo quale sia l’altra metà.

È riuscire a fare la stessa cosa “verso l’interno”!

Lo sappiamo bene, a valutare le situazioni altrui, dall’esterno, è sempre più facile: ma quando, invece, siamo coinvolti, riusciamo a mantenere lo stesso distacco, la stessa lucidità?

È questa la domanda da un milione di dollari!

Secondo Goleman, infatti, la competenza emotiva si divide in due parti: personale e sociale.

La prima riguarda, più che altro, la consapevolezza di sé, il modo in cui riusciamo ad identificare le emozioni che proviamo e in cui queste influiscono sulle nostre prestazioni e reazioni, persino sui nostri punti di vista del momento che, si sa, possono cambiare e “annebbiarsi” in presenza di gioie o malesseri molto profondi.

È, in sostanza, la proprietà di dominarsi, di gestirsi, di motivarsi e di essere aperti al cambiamento non negando gli ostacoli ma, anzi, attraversandoli, pur consci che potrebbe far male.

La competenza emotiva sociale si articola, invece, intorno al discorso dell’empatia:

  • Quanto riusciamo a comunicare bene con l’altro?
  • Come siamo messi a risoluzione dei conflitti – e dei problemi -, a competenze di leadership?
  • Quanto siamo a nostro agio nel prendere decisioni e a lavorare in gruppo?

Queste sono le domande da porsi; ed è solo la base.

Oltre questa “superficie”, che è già molto profonda, ci si può spingere ancora più in là.

♥ Leggi anche: Intelligenza emotiva: 3 esercizi per svilupparla al massimo

Cosa c’entra l’intelligenza artificiale?

Per capire a fondo la potenza dell’intelligenza emotiva – che è tutta umana – può essere utile fare un parallelismo con l’intelligenza artificiale.

Quand’è che computer e cellulari hanno iniziato a diventare “smart” e abbiamo cominciato a parlare di AI?

Semplice: quando le macchine hanno cominciato “ad imparare”! I software, infatti, sono diventati capaci di acquisire e memorizzare le nostre abitudini, persino i nostri gusti; ce ne accorgiamo ogni volta che “prevengono” le nostre intenzioni e le nostre azioni.

Insomma, non può esserci intelligenza senza apprendimento, e questo vale anche e soprattutto nel campo emotivo!

In questo contesto, in particolare, apprendere significa identificare le emozioni che ci attraversano, anche quando siamo pienamente coinvolti e/o inconsapevoli, e riuscire a valutarle in maniera lucida, istintiva: è diventare sempre migliori consiglieri di noi stessi guardandoci dal di fuori, con distacco, proprio come faremmo con un’altra persona; solo che quell’altra persona siamo noi stessi!

Questo significa gestire le emozioni, le reazioni, le conseguenze del proprio sentire e riuscire, quindi, anche ad evitarsi una bella dose di rimpianti: hai presente quando agisci d’impulso sotto effetto della rabbia o della felicità? Non a caso c’è una riflessione buddista che recita:

Non rispondere quando sei arrabbiato. Non fare promesse quando sei felice. Non prendere decisioni quando sei triste

L’avevi mai sentita?

Da qui, lo step successivo è quello più complicato: districarsi tra le proprie emozioni anche quando si combinano tra loro.

♥ Leggi anche: Come diventare Ricchi: la 1° cosa da fare subito

“Inside out”: un cartone animato che parla di emozioni

Era il 2015 quando la Pixar mandava in onda nei cinema di tutto il mondo il suo meraviglioso “Inside Out”: sono sicura che l’abbia visto anche tu!

In questo film di animazione, protagoniste sono proprio 5 emozioni primarie, rese “personaggi”:

  1. Gioia
  2. Disgusto
  3. Rabbia
  4. Tristezza
  5. Paura

Ed è quando cominciano a miscelarsi e ad alternarsi che si capisce che non si tratta di un semplice cartone animato per bambini… ma di un vero messaggio universale.

Perché un’altra abilità dell’intelligenza emotiva è riuscire a identificare quello che proviamo anche nel caos più totale, quando le sensazioni si sovrappongono e si mixano diventando quasi indistinguibili.

Qualche esempio?

Il disprezzo è la combinazione di rabbia e disgusto; la paura, invece, è ambivalente: con la tristezza genera ansia, con la gioia, e lo sappiamo bene, malinconia. Una rosa di possibilità molto ampia che è anche, in fondo, ciò che ci rende umani.

Insomma, quanto più siamo bravi ed empatici a districarci dentro e fuori noi stessi, tanto più possiamo pensare di raggiungere obiettivi sempre più importanti.

Apprendere e migliorare la propria intelligenza emotiva

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